Seguire una dieta a basso contenuto di istamina può essere sfiancante. I fattori che possono influenzare i livelli di istamina negli alimenti sono moltissimi. Questo comporta che ogni aspetto sia valutato: il cibo scelto, il suo metodo di preparazione, quanto possa essere affidabile l’azienda produttrice e molto altro ancora.
Scegliere attentamente ciò che si mangia non è mai una cattiva abitudine, ma per alcuni soggetti diventa una vera e propria necessità. Una componente importante di qualsiasi dieta è rappresentata delle fonti proteiche. Queste sono una componente vitale per la nostra alimentazione quotidiana, in quanto essenziali per la costruzione di muscoli, cellule, organi, tessuti e ossa. L’assunzione delle proteine per la gran parte delle persone deriva dalla carne e dal pesce.
Per coloro che soffrono di intolleranza all’istamina, un’eccessiva quantità di proteine nell’organismo potrebbe rivelarsi dannosa. Infatti, l’istamina è il prodotto naturale della decomposizione dell’amminoacido istidina. Gli amminoacidi sono gli elementi costitutivi delle proteine e di conseguenza dove ci sono le proteine c’è l’istamina.
Evitare di assumere istamina non è facile, ma ti guideremo nelle scelte da fare per rendere più semplice e accessibile la dieta a basso contenuto di istamina. Prima un breve riepilogo di cosa sia una dieta senza istamina (se vuoi approfondire clicca qui)
DIETA A BASSO CONTENUTO DI ISTAMINA
Si tratta di un piano alimentare dove tale sostanza chimica, che colpisce il sistema immunitario e digestivo, è introdotta in quantità limitate. L’organismo della gran parte delle persone riesce ad eliminare rapidamente l’istamina, ma un percentuale, ormai crescente, della popolazione ha un’intolleranza all’istamina (HIT). Il corpo dei soggetti allergici non è in grado di degradare facilmente tale sostanza. Di conseguenza di verificano una serie di sintomi tra cui: diarrea, mal di testa, asma, aritmia, orticaria, etc.
La regola generale è che l’istamina viene prodotta durante la fermentazione. Pertanto, sono da evitare tutti quegli alimenti come formaggi a pasta dura, vino rosso, birra. Ci sono anche alimenti che non vengono ben tollerati come: uova, funghi, pomodori, lievito, noci, banane, avocado agrumi, etc.. L’istamina, inoltre, viene prodotta anche nei pesci durante la loro conservazione (sindrome sgombroide).
Ricorda sempre di consultare preventivamente uno specialista prima di intraprendere qualsiasi tipo di dieta drastica fai da te.
COME MANGIARE PESCE A BASSO CONTENUTO DI ISTAMINA
Nonostante la percentuale di intolleranti all’istamina sia in crescita, oggi sono ancora poche le indicazioni generali sugli alimenti consentiti o vietati. I livelli di istamina sono soggetti a forti fluttuazioni naturali. Infatti, il livello di tale sostanza nel pesce dipende dalla conservazione e dall’invecchiamento dello stesso.
Il pesce appena pescato non contiene istamina; tuttavia, essa può aumentare a causa di una non corretta conservazione, fino a giungere a livelli molto elevanti quando il pesce arriva sul bancone della pescheria. Fattore essenziale è quindi la freschezza del prodotto.
PESCE FRESCO (merluzzo, spigola, sogliola, triglia, orata, ombrina, cefalo, cernia, branzino, platessa, rombo, scorfano, trota) | Basso livello di istamina |
Capsule di olio di pesce | Basso livello di istamina |
Pesce in scatola (tonno, acciughe, sardine, sgombri, aringhe) | Ricco di istamina |
Pesce essiccato (ad es. stoccafisso, aringa salata) | Ricco di istamina |
Pesce marinato | Ricco di istamina |
Frutti di mare (ad esempio calamari, cozze) | Ricco di istamina |
Crostacei (es. gamberetti, granchi, scampi) | Ricco di istamina |
ATTENTA VALUTAZIONE
I livelli di istamina possono variare notevolmente anche da un pesce all’altro. Per tale ragione non esiste un metodo diffuso e affidabile per la misurazione dei livelli di istamina negli alimenti.
È necessario quindi basarsi sull’elenco di alimenti a basso contenuto di istamina, ma rimane comunque importante valutare attentamente ogni nuovo alimento e l’azienda produttrice. Prendere nota di tutte le eventuali reazioni del corpo dopo aver consumato uno specifico alimento. Se dovesse dar luogo ad una reazione allergica bisogna evitarlo, viceversa via libera.
L’articolo ha una valenza meramente informativa. È importante lavorare con un professionista del settore per realizzare un piano dietetico realizzato su misura di ciascuna persona. Evitare in ogni caso il fai da te, questo potrebbe comportare gravi carenze nutrizionali.
L',olio di salmone si può usare se si ha un'istanza alta? Grazie